La più grande debolezza della violenza è l'essere
una spirale discendente che da' vita proprio alle cose
che cerca di distruggere.
Invece di diminuire il male, lo moltiplica. Martin Luther King
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BRUSCIANO:..... ECCO ADESSO TUTTI SANNO.....SILENZIO ASSOLUTO..
adesso tutti sanno... silenzio assoluto! perchè tutto questo? perche' la camorra e il suo fare e' come il tumore, non si deve nominare. intanto si continua a morire ... in silenzio!
Di giovanni
(inviato il 11/05/2018 @ 00:07:07)
# 2
Allora chi è questo MIMI' o CAPABIANCA che voleva sversare nella vasca e poi nelle fogne di Brusciano milioni di litri di inchiostro? Vediamo se qualche politico di Brusciano, che ha a cuore la legalita', ha il coraggio di affronatre questo delicato tema dell'inquinamento. Voi ci pensate, questo mimi' dice di averlo fatto gia' altre volte, sversare una cisterna piena di inchiostro in una vasca a Brusciano, chiede pure del solvente per coprire la puzza e intanto, sempre più bambini si ammalano di tumore.
Di Nicola
(inviato il 15/06/2018 @ 01:01:41)
# 3
Legalita', ambiente, difesa delle fasce più deboli e poi nessuno si interroga su chi sia questo mimì o capabianca. Nessuno che si indigni, solo i giornalisti di fanpage che hanno rischiato la vita e la rischiano tutt'ora.
Di Luigi
(inviato il 18/06/2018 @ 23:08:46)
# 4
Mimmuccio rassegnati... Brusciano non sarà mai senzagenio!
Di Angelo
(inviato il 26/06/2018 @ 07:41:36)
# 5
Stanno parlando di voler attivare la quarta linea del termovalorizzatore di Acerra? E per farlo c'è chi se ne frega della nostra salute e della salute dei nostri figli... I soldi non puzzano, purtroppo! da www.decrescitafelice.it PERCHÉ I CENTRI DI RACCOLTA RIFIUTI VANNO A FUOCO? Negli ultimi due anni sono stati più di 100 gli incendi che hanno colpito i centri per la raccolta, lo smistamento e il trattamento di rifiuti differenziati in Italia. Esiste una regia unica? Forse, e il bandolo della matassa potrebbe trovarsi in Veneto. Di Stefania Divertito Ennesimo incendio in un centro di smaltimento rifiuti. Questa volta siamo in Lombardia e il centro è la Eredi Bertè di Mortara, nel pavese. Il prefetto di Pavia Attilio Visconti avverte: «Pericolo diossina» e i sindaci di Mortara e dei comuni limitrofi raccomandano: «Tenete chiuse porte e finestre. Non uscite». L’allarme è stato lanciato mercoledì mattina poco dopo le 6.30. Una grossa nuvola nera si alzava in cielo sopra i tetti di Mortara, centro della Lomellina. Il fumo era visibile nel raggio di 15 km. Le fiamme sono partite da uno dei capannoni della ditta che si occupa di stoccaggio di metalli e rifiuti speciali. Vigili del fuoco da tutta la provincia, da Milano e dal Piemonte 12 squadre al lavoro.
L’epilogo di questo incendio già lo conosciamo e probabilmente non si discosterà molto dall’epilogo di uno dei cento incendi che, negli ultimi due anni, hanno colpito i centri per la raccolta, lo smistamento e il trattamento di rifiuti differenziati in Italia. Ciò che piuttosto ci domandiamo è perchè società come la Eredi Bertè di Mortara vanno a fuoco. Veneto: protagonista di una scia di incendi Per trovare il bandolo di questa matassa, forse dovremmo andare indietro nel tempo e guardare con più attenzione al Veneto. Nel 2015 la regione, che vanta percentuali tra le più elevate di raccolta differenziata, è stata costretta a fronteggiare continuamente incendi con una caratteristica comune: le fiamme aggrediscono i centri per la raccolta, lo smistamento, il trattamento di rifiuti differenziati. Vanno in fumo carta, plastica, ma anche rifiuti pericolosi. In quell’anno, in Veneto, ci sono stati almeno 21 incendi di natura dolosa. Il fenomeno, già in crescita nei due anni precedenti (in particolare vanno segnalati i due attentati incendiari a distanza di pochi giorni nel febbraio 2014 a San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, entrambi contro la Bigaran servizi ambientali, azienda che si occupa di trattamento e recupero di rifiuti) indica un’attività criminale, dotata di notevoli capacità operative e organizzative, finalizzata a condizionare il mercato della raccolta e smaltimento rifiuti. Vicenza, Verona, Padova, Treviso le province più colpite. Spesso ad andare a fuoco sono impianti essenziali per chiudere il ciclo dei rifiuti.
Il turismo dei rifiuti Walter Ganapini è fra i massimi esperti sul ciclo dei rifiuti in Italia, oggi direttore generale di Arpa Umbria: «Distruggere gli impianti di separazione e riciclaggio è un colpo pesantissimo alla filosofia europea di riuso, recupero e riciclo delle parti utilizzabili del rifiuto. È un enorme favore fatto a chi detiene discariche e a chi vuole costruire inceneritori sul modello dello Sblocca Italia». BioEcoGeo_Ciafani«Certo è curioso che tutti questi impianti vadano a fuoco» sottolinea Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente. «Sia la commissione bicamerale di inchiesta sul Ciclo dei rifiuti, sia la direzione antimafia devono far luce sulla dimensione nazionale del fenomeno, sulla frequenza dei casi e sul numero effettivo di incendi dolosi». Il sistema è in grado di reggere il colpo di continui incendi? «Se vanno in tilt gli impianti di riciclo – continua Ciafani – ne beneficiano quelli di smaltimento, cioè discariche e inceneritori. Quando un centro per l’avvio al riciclo brucia, gli imballaggi che andavano in quello stabilimento vengono interrati o bruciati, oppure vanno in impianti più lontani». Tir che viaggiano per l’Italia trasportando rifiuti: un business da milioni di euro, appalti comunali e regionali che con il riciclo di prossimità sta perdendo ossigeno. E soldi. È lì che bisogna investigare. Ma la commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, guidata da Alessandro Bratti, ha per ora osservato solo la vicenda di Pomezia. È arrivato il momento di ampliare il raggio di azione.
Di Luigi
(inviato il 02/07/2018 @ 16:32:33)
# 6
Felice de cicco e felice castaldo ahahahahhaha ma aro' stat????
Di Luigi
(inviato il 03/07/2018 @ 22:44:01)
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