La più grande debolezza della violenza è l'essere una spirale discendente che da' vita proprio alle cose che cerca di distruggere. Invece di diminuire il male, lo moltiplica. Martin Luther King

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BRUSCIANO: NOI TI VOGLIAMO RICORDARE COSI'.....SI FACCIA PIENA LUCE SU QUANTO ACCADUTO AD UN MAGISTRATO DI FRONTIERA..FU VERO INCIDENTE?
(del 04/03/2015 @ 14:34:45, in MioBlog, cliccato 3227 volte) View blog reactions
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# 1
Federico Bisceglia: una morte sospetta..

Il magistrato Federico Bisceglia è morto qualche giorno fa in un tragico incidente stradale. Il magistrato indagava su due inchieste: ecomafia e il caso di Fortuna, la bimba morta al Parco Verde di Caivano, dove è stata scoperta una rete di pedofili collegata a quella morte.
Molti sono perplessi e sgomenti, e c’è un'ombra di sospetto sull'incidente in cui ha perso la vita il magistrato anche per altri fatti accaduti in questi giorni. Antonio Marfella, oncologo dell’Istituto Pascale di Napoli:
“L’improvvisa scomparsa del magistrato Federico Bisceglia, da sempre in prima linea nelle più delicate inchieste in Terra dei Fuochi come sulle ecomafie anche in Lombardia, mi obbliga a dare un differente peso alle dichiarazioni che rilasciate dal pentito Carmine Schiavone, anche lui morto da qualche settimana, durante l’incontro con padre Maurizio Patricielloâ€.
Cosa disse Carmine Schiavone in quell’occasione?
“L’ultima immagine che ho di Carmine Schiavone è il suo pianto mentre stringeva forte tra le mani il povero crocifisso in legno che padre Maurizio gli aveva donato, in silenzio, non riuscendo a proferire una sola parola nel salutarlo. Avevo accompagnato padre Maurizio a quell’incontro che era stato sollecitato dal camorrista pentito: mi aveva supplicato di non lasciarlo solo. Avevo tanta paura ma anche una curiosità fortissima di sentire quel criminale pentito, il primo che aveva cominciato a fare luce sulla tragedia dello smaltimento sistematico e di livello industriale dei rifiuti tossici nella mia regione, magari anche per fare qualche domanda tecnica che mi aiutasse a comprendere meglio non solo quello che era accaduto ma soprattutto quello che ancora accade nella mia terra. Schiavone parlò a lungo, ascoltammo atterriti le descrizioni di azioni criminali e di omicidi con la stessa apparente nonchalance che abbiamo noi nel descrivere una partita di calcio. Alcune considerazioni preziose in grado di guidarci nelle scelte e anche un messaggio diretto per me. Innanzitutto che criminali così ignoranti ma potenti e ricchi 'tombavano profondo' proprio per essere certi di non avere problemi con i prodotti agroalimentari da coltivare in superficieâ€.
Quali considerazioni, scusi?
“Mi fece ricordare un episodio già sentito raccontare ad una conferenza dal magistrato Cristina Ribera quando descriveva un’intercettazione telefonica fatta nel corso di un'indagine in cui un mafioso, particolarmente ignorante, comunicava alla moglie, non solo che entro 15 giorni avrebbe dormito su un letto tutto d’oro, ma soprattutto che quella sera avrebbe mangiato un'ottima insalatina di pomodori coltivati proprio sul terreno dove stavano sversando in profondità. Il magistrato Ribera dichiarò che impiegarono diversi mesi per cercare di comprendere il significato di quelle dichiarazioni apparentemente tanto contraddittorie da sembrare in codice. Avere oggi certezza che la quasi totalità dei nostri prodotti agroalimentari coltivati su terreno di copertura di discarica non a norma di rifiuti tossici tombati in profondità non siano inquinati, ci fa certo piacere ma conferma anche la bontà della consulenza, profumatamente pagata, fatta ai casalesi, e alza di gran lunga l’asticella della valenza criminale di queste azioni e dei rapporti che questi criminali avevano non solo con la politica, ma anche con le professioni, i famosi quanto occulti colletti bianchiâ€.
Quale fu lo strano messaggio di Schiavone indirizzato a Lei?
“L’altra considerazione fu l’avvertimento 'diretto' che Carmine Schiavone mi fece, e che potevo comprendere solo io: 'Dottore, disse Schiavone, noi non siamo scontenti di quello che state facendo per fare chiarezza sul danno sanitario provocato da questo disastro, anzi vi ringraziamo perchè ci state aiutando a capire le fesserie che abbiamo fatto. Se fossimo stati scontenti, lei non ci sarebbe più da molti anni su questa terra. Ma una cosa gliela voglio dire: se le capita un incidente stradale come al generale Gennaro Niglio, le sia chiaro che non siamo stati noi'. Il riferimento al generale Niglio era un preciso messaggio per me, che solo io, tra i presenti, potevo comprendere. All’epoca dell’incidente stradale del generale dei Carabinieri Gennaro Niglio, girarono voci che aveva avuto quell’incidente perché si era avvicinato troppo alle 'coperture' di cui godeva Bernardo Provenzano ancora latitanteâ€.
Quindi lei pensa che non si sia trattato di un incidente causale?
“Io ero diventato maestro ed amico di padre Maurizio dal 2008, ma negli anni dal 2001 al 2003 avevo avuto l’onore di conoscere e di collaborare con il generale Gennaro Niglio, all’epoca generale dei NAS presso il Ministero della Salute. Non era casuale quel riferimento di Schiavone al generale Niglio, morto in un misteriosissimo incidente stradale in Sicilia nel 2004. Ci sono misteri che devono rimanere tali e spesso è meglio che restino tali per sempre. Ma oggi l’incidente stradale misterioso del magistrato Federico Bisceglia, che in questo ultimo anno aveva preso le redini di numerose e delicatissime indagini nella mia terra, e non solo di ecomafia, ma anche sul mostruoso caso di pedofilia della piccola Fortuna, mi terrorizza, sinceramente. È necessario avere la certezza assoluta che si sia trattato di un incidente stradale che ha ucciso Bisceglia. I campani hanno diritto a questa veritàâ€.
Bisceglia era vicino ad un verità troppo scomoda?

Di Anonimo  (inviato il 04/03/2015 @ 15:15:42)
# 2
Federico Bisceglia - Magistrato - Un uomo giusto e coraggioso.
Di Angelo  (inviato il 05/03/2015 @ 00:12:29)
# 3
Procedura aperta di partecipazione per l’approvazione del Piano Triennale di Prevenzione
della Corruzione – PTCP 2015/2017 – comprensivo del Piano Triennale 2015/2017 per la
trasparenza e l’integrità – PTTI – e delle schede di gestione del rischio -
AVVISO PUBBLICO
Richiamata la delibera di G.C. n.8 del 30.01.2015 di approvazione del Piano Triennale di Prevenzione della
Corruzione e Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità del Comune di Brusciano per il triennio
2015/2017;
Ritenuto necessario consentire la partecipazione degli stakeholder a detto procedimento prima della definitiva
approvazione da parte del Consiglio Comunale;
SI INFORMA
I soggetti interessati possono far pervenire eventuali proposte od osservazioni entro il termine del 5 MARZO 2015,
ore 12.00, a mezzo posta elettronica certificata al seguente indirizzo: protocollo@pec.comune.brusciano.na.it
La predetta deliberazione è pubblicata sulla home page del sito web istituzionale del Comune
www.comune.brusciano.na.it
Nella relazione di accompagnamento al Piano si terrà conto delle eventuali proposte od osservazioni pervenute,
eccetto quelle anonime.
Brusciano, li 18.02.2015
Il Responsabile dell’Area 1
e Responsabile del Comune per l’Anticorruzione e la Trasparenza
f.to Istr. dir.vo Antonio Giannino
Di Anonimo  (inviato il 05/03/2015 @ 14:38:57)
# 4
mò si. gLI AVEVANO PROMESSO CHE GLI PAGAVANO LE BOLLETTE. lE BOLLETTE NON SI PAGANO E SI INVENTANO LE ORDINANZE. LE ORDINANZE NON SONO LEGITTIME E PELOSI PAGA. PELOSI NON PAGA E NOI PRIMA PROMETTIAMO E NON MANTENIAMO POI MINACCIAMO PELOSI. MA CHE GENTE SIETE?
Di PELLOSI  (inviato il 06/03/2015 @ 16:41:32)
# 5
Pelosi deve pagare, come pagano altra gente e il sig. gaetano Bellezza pensa di far scampare al pagamento a Pelosi come ha fatto lui, ma non è così la legge è uguale per tutti Peluso deve pagare, e poi gli diamo il permesso di parlare altrimenti TACI, bellezza il tuo saspeso stai attento e ancora aperto.
Se ci credi a quello che stiamo facendo,purificati prima e poi vai avanti altrimenti mettiti in panchina.
un saluto al gruppo.
Di Anonimo  (inviato il 06/03/2015 @ 18:35:06)
# 6
Si ma a pelosi sono state fatte promesse.
Di Promessa  (inviato il 07/03/2015 @ 13:10:57)
# 7
perchè avete fatte tante prommesse come la legalità ed e stato un fallimento perchè schettino e unillegale alla luce del sole schettino stai attendo stai sotto tiro . avete presi per i culo tanti giovani promettendo posti di lavoro avete trovati tutti brava gente altrimenti i denti in bocca qualcuno non gli avrebbe più adesso parliamo di peluso e il resto dei presi in giro come la mettiamo giosino e la sua squadra si deve vergognare delle promesse come si vive a questo paese a brusciano viviamo nei limidoni agricoli
Di gigino  (inviato il 07/03/2015 @ 20:37:56)
# 8
Invece di valutare il passato di "bellezza " o il presente di "pelosi" valutate quello che dicono, se sono cose false denunciateli, altrimenti dobbiamo credere che sono due persone che hanno le palle e che hanno il coraggio di dire quello che altri non dicono.
Di anonimo  (inviato il 07/03/2015 @ 22:15:16)
# 9
Giglio con o senza sindac e giglio con o senza presidente commissione sempre giglio e'. Chiaro esempio che comanda chi vota. Solo i galli sulla potete fare. Un altra figuraccia avete fatto. Dimettetevi
Di Il tubo  (inviato il 08/03/2015 @ 21:52:26)
# 10
NON E' STATO UN INCIDENTE? COSENZA Per chi fa il giornalista, la notizia è sacra. Viene prima di tutto. Ci sono tanti modi di arrivarci ma l’essenziale è avere una rete di fonti (così si chiamano) che possano aiutarti a catturarla e a offrirla il giorno dopo a chi la leggerà. Per quante notizie potenziali girano in una provincia, ci sono quasi altrettanti giornalisti che ci possono arrivare. Perché hanno potere, contatti, mani in pasta e tutto quel che segue. Esistono ancora giornalisti che vanno in giro a caccia di notizie? La categoria, specie nella nostra realtà, è in via di estinzione. Michele Santagata, per sua fortuna (come spesso mi ricorda), non è un giornalista. E’ fortunato per non essere assoggettato, per esempio, a nessuna regola dell’Ordine. E già solo questo basterebbe per dargli ragione. Il fatto che non abbia il tesserino, inoltre, lo tiene fuori dalla logica delle appartenenze o delle bande. Santagata, come me, ama autodefinirsi “piddrizzuniâ€. Se dovessimo tradurre il termine letteralmente in italiano non ci sarebbe un sinonimo adeguato. “Piddrizzuni†non si può tradurre: è uno stile di vita. Che appartiene a lui così come a me e a (pochi) altri. E’ sinonimo di libertà e di onestà intellettuale soprattutto. Anche se l’atavica mancanza di soldi ti costringe, ogni tanto, a far ricorso al sistema consolidato. Ma mai a farne parte perché ormai è diventato tale e quale alla parte deviata della massoneria. E quindi non può accogliere gente di siffatta risma. U “piddrizzuni†però passa molto del suo tempo in mezzo alla strada e crea contatti umani infiniti. E’ così che arriva alla notizia, spesso anche a quella più grossa. Lo scoop. Michele Santagata nel giornale di ieri ha spiegato in circa 10 mila battute come qualcuno ha eliminato il giudice della Terra dei Fuochi, Federico Bisceglia. Formalmente ha avanzato una serie di dubbi, sostanzialmente li ha circostanziati (e lo fa anche oggi) uno per uno. Sono andato anche io con lui sul luogo del presunto incidente. Noi “piddrizzuni†certe cose le sentiamo prima. Non c’era bisogno di verifiche con Anas, polizia stradale, carabinieri, ospedale e così via. Lì bisognava andarci. E le sensazioni sono state univoche: Bisceglia è stato eliminato. Quello non è uno scenario da incidente. Lo abbiamo documentato con una decina di fotografie, alcune delle quali riproponiamo anche oggi. La macchina non può andare a velocità elevata perché è appena uscita da una curva, non può impattare in quel modo sul guard rail, che sembra accuratamente tagliato, magari con una motosega. La stessa che è stata usata nella scarpata per tagliare qualche albero e dare l’impressione che la macchina sia caduta lì. Ma la Lancia K di Bisceglia lì non c’è mai arrivata. O quantomeno non esiste una prova. Nessuna fotografia, nessun video. Ed è chiaro che se uscissero fuori adesso, sarebbero posticci e poco credibili. Anche perché la zona (ma guarda un po’ che caso) non è videosorvegliata. Sono impressionanti le analogie di questo strano incidente con l’omicidio di Denis Bergamini. In fondo, anche Bisceglia è stato “suicidatoâ€. Con l’unica differenza che a lui è stato evitato l’affronto del suicidio. Ma per il resto sembra quasi di vedere gli stessi personaggi. A partire dal pavido, oscuro burocrate Franco Giacomantonio, procuratore capo della Repubblica di Castrovillari. Quella che insabbia tutto. Volete ammazzare qualcuno? Dovete venire qui. In questa giurisdizione che somiglia tanto al triangolo delle Bermude. Quando ti ci portano non ne esci vivo. Denis Bergamini e Federico Bisceglia. Due vittime dello stesso sistema. Hanno toccato entrambi interessi di qualche pezzo deviato dello stato e sono stati eliminati perché non potevano vivere in un sistema nel quale o ti adegui o ti fanno fuori. Suicidato o incidentato non fa differenza. E c’è sempre la donna in questi casi come elemento di attrazione o, se volete, di semplice esca. Isabella Internò e Anna Russolillo. “Cherchez la femme†dicono in Francia. Cercate la donna. L’espressione viene dal libro del 1854 I Mohicani di Parigi di Alexandre Dumas (padre). Il passaggio originale è: c’è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: “Cherchez la femmeâ€. Sì, perché a quell’epoca c’era ancora qualcuno che faceva il suo dovere ed è evidente che, seguendo il motto, si sarebbe senz’altro risolto il caso Bergamini. La Russolillo, come la Internò, è fondamentale per far stare in piedi il castello d’argilla dell’incidente. Ma, a differenza di Isabella, non ha deciso nulla, ha solo eseguito (e non dato) ordini di qualche pezzo deviato dello stato. Tanto, a Castrovillari si insabbia tutto. Non c’è problema. Garantisce Giacomantonio. Io e Michele avevamo pochi dubbi sul fatto che ieri si scatenasse un putiferio per il reportage che abbiamo fatto: non ci calcolerà nessuno. E così è stato, anche se per qualche ora il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ci aveva lasciato intendere che avrebbe fatto qualcosa. Poi evidentemente è stato sopraffatto dai suoi impegni e ci ha snobbato. Ma oggi è un altro giorno e magari ci ripenserà. O magari no. La sostanza però non cambia molto. Oggi è facile fare controinformazione con il clima che c’è. Ma il vero problema è che nessuno si indigna. Tutto scorre. Si è alzato il muro di gomma che rappresenta da sempre lo stato che delinque e si autoassolve. E non possono essere due “piddrizzuni†a cambiare il mondo. Finchè ce lo faranno fare saremo qui. Quando ci elimineranno, magari non come Bergamini e Bisceglia, tutto resterà normale. Tutto scorre per chi esegue e per chi subisce passivamente gli ordini di uno stato sempre meno credibile. Che alza sempre muri di gomma invalicabili. Gabriele Carchidi - See more at: http://www.laprovinciadicosenza.it/index.php/component/k2/item/358-il-muro-di-gomma-del-solito-giudice#sthash.9VSQG8OY.dpuf
Di gabriele c.  (inviato il 09/03/2015 @ 08:37:05)
# 11


La morte del povero Federico è un omicidio. Non ci sono dubbi. E non serve Sherlock Holmes per capirlo. La scena del crimine, il famigerato Km 205,700 carreggiata sud della Salerno- Reggio Calabria, è palesemente artefatta. Agli assassini qualcosa deve essere andato storto. Avevano forse programmato un altro luogo per questo omicidio e qualcosa li ha costretti ad inscenare in fretta e furia una nuova pantomima senza potersi curare dei “dettagliâ€. Dovevano farlo volare da un viadotto. Qualcuno si era già preoccupato di far circolare questa notizia (che dovranno poi riformulare): Federico, mentre si recava nell’agro nocerino per incontrare la dottoressa Rusolillo (magari dopo aver fatto visita ai genitori a Botricello, o chissà da quale altro luogo), veniva colto da un colpo di sonno e l’auto finiva in fondo ad un viadotto di 30 metri. Questa era la versione concordata e gli assassini così avrebbero dovuto operare. Forse questo volo sarebbe dovuto avvenire proprio nella carreggiata nord da uno dei tanti viadotti presenti in quel tratto. Quello di San Leonardo (km 195 carreggiata nord) forse. Nei cui pressi, testimoni oculari la sera del 28 febbraio intorno alle 21,00 (due ore e mezza prima del presunto incidente in cui è incappato Federico, avvenuto al km 205,700 carreggiata sud), videro un grave incidente. Con tanto di auto della polizia, vigili del fuoco, e 118 (intervenuti, forse, per avallare una eventuale messa in scena, o magari per un lanciato allarme non “coordinatoâ€, o forse, anticipato). Incidente che nonostante l’attendibilità dei nostri testimoni, sparisce da ogni carta, verbale. Non se ne trova traccia. Qualcosa, dicevamo, va storta, e lì, dove era stata preventivata la messa in scena non è più possibile operare. Gli assassini cercano di correre ai ripari. Molto probabilmente l’onesto Federico è già morto, e gli assassini che avrebbero dovuto farlo volare dal viadotto, si ritrovano col cadavere e impossibilitati ad agire sul luogo stabilito. I mandanti dell’omicidio contattano i loro sodali in loco e appresa la “notizia†di sopraggiunti problemi, subito si attivano. E’ rischioso muoversi avranno pensato. Tutto è programmato per quella sera di sabato. E in quel tratto. Scelto apposta per le sue caratteristiche: non è video sorvegliato ed è poco trafficato. E la giurisdizione di Castrovillari garantisce coperture ed eventuali insabbiamenti e soprattutto non sono tipi che fanno domande. Bisogna trovare un altro luogo in cui incidentare il bravo Federico, e anche in fretta. L’intoppo non previsto deve in qualche modo aver bruciato la carreggiata nord. E gli allerta, previsti sul viadotto, rientrano. Si smobilita dalla carreggiata nord. Ma il rischio è grande, perché la macchina delle bugie è già in moto. E bisogna bloccarla. Gli spioni che passano le notizie farlocche, come da piano, hanno già ordinato ai loro accoliti cosa comunicare. E mettono tutto in standby. Ma qualcuno non ha ricevuto il contrordine. Ordine a cui dovevano attenersi non solo per luogo e dinamica, ma anche aspettare l’ok per divulgarla (o già l’ordine conteneva un orario per la messa in rete della notizia). Infatti la stranezza è che per un incidente che avviene tra le 23,30 e le 23,45 (secondo il comunicato dell’Anas), che vede coinvolto un importante pm, il primo comunicato (farlocco) arriva alla stampa 11 ore dopo: la prima a battere la notizia è l’Adnkronos alle ore 10,57 del 1° marzo, che pubblica il comunicato dell’Anas. Ma qualcuno dei divulgatori, non ha ricevuto le “novitàâ€, e con l’idea di bucare la notizia, Marco Di Caterino spara alle ore 9,46 (un’ ora e un quarto prima dell’Adnkronos) di domenica 1° marzo dalle colonne del il Mattino.it il titolone: “Tragico incidente in autostrada: muore Bisceglia, il pm che indagava sul caso Fortuna e sui reati ambientali. Auto fuori strada, volo di 30 metri. Ferita nello schianto una seconda personaâ€. Non dice “fuori strada†(come l’Anas) e basta. Specifica un viadotto di 30 metri. Avrebbe potuto dire genericamente viadotto. Ma invece no. Specifica. Come fa ad essere così preciso?
Impossibilitati ad andare avanti col loro piano nel luogo stabilito, decidono di spostarsi sull’altra carreggiata (sud), perché devono per forza restare nei “paraggi†(se finisco in un’ altra giurisdizione potrebbero trovare qualche giudice onesto che magari si mette a fare domande. E’ in quel territorio che hanno concordato le coperture). E inscenano l’incidente farlocco. Chiudono l’autostrada per 5 ore nel tratto loro interessato e si mettono al lavoro. Non possono fare molto. Non possono più dire che l’auto è volata da un viadotto di 30 metri, perché la dottoressa che viaggiava con lui è incolume. E scelgono il km 205,700. Evidentemente la dottoressa era il loro gancio e non doveva trovarsi in macchina. Serviva solo a “giustificare†il viaggio del buon Federico e metterlo sulla strada (carreggiata nord), dove avrebbe trovato la morte. Ma il cambio di carreggiata, a cui sono costretti, cambia anche la versione farlocca dei fatti. E la Russolillo è costretta a trovarsi in macchina con lui. Quindi non più da sud verso nord viaggiava il capace Federico, ma a cambio versione, da nord verso sud. Quindi se muore al km 205.700 dell’A3, carreggiata sud, vuol dire che è già passato dall’agro nocerino e ha caricato in macchina la dottoressa. La Russolillo, da semplice esca, deve collocarsi sulla scena del crimine, per forza. Altrimenti come spiegare i contatti con la dottoressa e quindi, il viaggio del valente Federico? Per cui il suo ultimo viaggio, nella nuova versione farlocca, così avviene: il giudice sarebbe partito da una non meglio specificata località della Toscana, per poi deviare durante il tragitto in direzione agro nocerino, per prelevare la Russolillo e dirigersi verso Botricello, per far visita ai propri familiari. Durante il viaggio, già imboccata la A3, ad una decina di chilometri da dove avrebbe trovato la morte (verosimilmente l’autogrill, o qualche area di sosta nei pressi), Federico e la Russolillo fanno una sosta (se ciò è vero basta guardare le immagini dell’autogrill). Eliminando così dalla prima versione la “causale†dell’incidente cioè: il colpo di sonno. Che qualche altro sbadato giornalista, nelle cronache del giorno dopo, aveva riportato. Alla confusione, ingeneratasi dall’intoppo, cerca di metterci una pezza l’Anas (o chi per loro). Che avendo già preparata la versione stabilita all’origine del piano di omicidio, si vede costretta ad approntarne un’altra. Ma le informazioni degli assassini che arrivano a chi deve stilare il nuovo comunicato, sono “concitateâ€. Non c’è chiarezza. Forse hanno il tempo che gli soffia sul collo. Evidentemente il tempo stringe. E poi c’è da andare a prendere la Russolillo (che non era previsto ci fosse). E servono almeno 2 o 3 ore di macchina. Perché lei deve essere lì. Sistemano alla meno peggio la scena del crimine. Annotano il chilometro. E inviano i dati. E l’Anas scrive: Km 205,700, A3, carreggiata sud, testacoda, rettilineo, impatto, barriere, fuori strada, nessun altro coinvolto. Parole messe in una sequenza che dire generico è dire poco. A leggere (e vi invito a farlo) gli altri comunicati dell’Anas, non si direbbe che “scrivono†sempre così. Sono dettagliati. Ma questo no. Cioè: dopo 11 ore dall’incidente che ha coinvolto un importante magistrato in prima linea contro le ecomafie, l’Anas è questo tutto quello che riesce a dire? Perché non c’è chiarezza nella dinamica e nelle cause di questo incidente? E’ troppo chiedere di leggere un verbale? Potete crederci o meno a questa mia ipotesi. Per smentirmi basta poco. E se non lo fanno, chiedetevi il perché! E se le parole non bastano riproponiamo la fotocronaca di questo presunto incidente.

Michele Santagata



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Di Anonimo  (inviato il 11/03/2015 @ 12:05:38)
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