ATTENZIONE!
L'articolo che stai leggendo è stato scritto almeno un anno fa. Esattamente 5034 giorni orsono.
Le informazioni presenti potrebbero non essere aggiornate!
BRUSCIANO: IL SILENZIO DELLO STATO SULLA CAMORRA!!!!!
Succede a Brusciano, un comune dell’area metropolitana di Napoli, 16 mila abitanti. Il sindaco, Romano Angelo Antonio (Udc), viene condannato in primo grado a 4 anni di carcere e l’ex presidente del Consiglio comunale, oggi consigliere di maggioranza, Salvatore Papaccio, condannato a tre anni. Per entrambi è prevista l’interdizione da pubblici uffici per cinque anni, il reato è di tentata concussione.
È la severa condanna emessa il 4 marzo 2011 dal Tribunale di Nola per i due uomini accusati di aver più volte chiesto, nel 2004, una tangente di 500 mila euro ad un noto imprenditore del luogo, per concedergli una licenza edilizia che gli avrebbe consentito di costruire circa 70 appartamenti in una lottizzazione a Brusciano. Il costruttore Angelo Perrotta però, decise di non sottostare ai ricatti dei due politici e denunciò tutto ai Carabinieri.
Ora, davanti a questa sentenza, ci saremmo aspettati un atto di responsabilità da parte del Sindaco: le dimissioni, per potersi difendere nei successivi gradi di giudizio. Ma Romano Angelo Antonio, detto “core e mamma†per l’animo nobile (sic!) proprio non ci pensa. Anzi ha convocato per venerdi 11 marzo un Consiglio comunale per discutere di materie urbanistiche. La recente approvazione del Piano regionale casa, che consente nuovi volumi da edificare e cambi di destinazione produttiva, diventa un piatto appetibile in cui far convergere gli interessi dei poteri economici del territorio. Il piano casa, la redazione del nuovo Prg (il vecchio è del 1984), la realizzazione del nuovo cimitero, le aree per gli insediamenti produttivi sono le questioni su cui c’è attenzione in queste momento a Brusciano.
Quello che avviene in questo comune è molto simile a ciò che avviene nel resto del napoletano, dove è difficile cogliere la linea di confine tra il sistema legale e quello illegale e dove, molto spesso, convergono gli interessi politici, della camorra e delle imprese. E’ giusto il caso di ricordare che in Provincia di Napoli c’è il record di Comuni sciolti per infiltrazione camorristica. Lo stesso Comune di Brusciano fu sciolto nel febbraio del 2006 con decreto dell’allora ministro dell’Interno Pisanu. Il consiglio di Stato accolse invece il ricorso del sindaco, che fu reintegrato e successivamente (nel 2008) rieletto.
Nella relazione della commissione di accesso al Comune, che ha la funzione di verificare il condizionamento malavitoso, si leggeva tra l’altro: “Nel settore edilizio, la commissione ha ritenuto emblematiche di una gestione finalizzata al perseguimento di finalità diverse dal pubblico interesse, sia le determinazioni assunte dall’amministrazione comunale in sede di variante al piano regolatore generale, censurate poi dal competente organo provinciale, determinazioni con le quali venivano valorizzate aree nella titolarità di soggetti gravitanti in ambienti malavitosi, sia la concessione edilizia rilasciata con una procedura in contrasto per diversi aspetti con la normativa di riferimento, al legale rappresentante di una cooperativa, strettissimo congiunto di un pluripregiudicato ritenuto elemento di spicco del clan egemone nella zonaâ€.
In questo quadro, con un imprenditore coraggioso che non si piega alle richieste estorsive ma le denuncia, c’è bisogno di un messaggio chiaro da parte dello Stato. E invece assistiamo all’incomprensibile silenzio del prefetto di Napoli e del Ministero degli Interni, che davanti a una condanna, seppur di primo grado, e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, non intervengono per sciogliere questo Comune. Davanti a questa sentenza non si può lasciare un sindaco al suo posto. Il messaggio che ne deriva è devastante per la società civile e per le tante persone che si battono per i diritti e la legalità , in terra di camorra.
.TrackBack: http://www.unaltrabrusciano.it/dblog/tb.asp?id=150
Arrestato per camorra il sindaco Magliocca E’ stato consulente del sindaco Alemanno Il primo cittadino di Pignatato Maggiore è finito in carcere questa mattina per concorso esterno. Importante esponete del Pdl casertano, in passato ha anche lavorato nella segreteria del ministro Landolfi. Fino a oggi aveva una consulenza dal comune di RomaGiorgio Magliocca, sindaco di Pignataro Maggiore, comune in provincia di Caserta, ribattezzato la Svizzera dei clan, è stato arrestato questa mattina dalla squadra mobile di Caserta, su ordine della direzione distrettuale di Napoli per concorso esterno in associazione camorristica. Magliocca, esponente di spicco del Pdl del casertano, è stato in passato consulente (2005-2006) del ministro delle comunicazioni Mario Landolfi, tra i primi questa mattina ad esprimergli solidarietà . Non è l’unico incarico che conta ricoperto in questi anni dal sindaco-avvocato. Dallo scorso agosto, Magliocca è stato assunto a tempo determinato nello staff del sindaco di Roma Gianni Alemanno, costo annuo per le tasche dei cittadini romani 87 mila euro. Dopo l’arresto, il Pd romano ha chiesto al sindaco Alemanno un chiarimento su questa vicenda: ‘Vogliamo sapere da chi siamo governatiâ€.
Sul sito di Magliocca campeggia la foto di Falcone e Borsellino con la scritta “L’italia impariamo ad amarla come loro†. Ora Alemanno ha provveduto alla sospensione di Magliocca. L’antimafia del giorno dopo. Una carriera, quella del sindaco di Pignataro, interrotta questa mattina dall’arresto, disposto dai magistrati anticamorra napoletani. L’accusa è concorso esterno in associazione mafiosa. Magliocca pur non essendo organicamente inserito nel clan camorristico Ligato-Lubrano, egemone in quel territorio, avrebbe attivamente contribuito a rafforzarne i vertici e le attività , dal quale avrebbe ricevuto costanti appoggi elettorali. Un rapporto con il clan non occasionale, ma duraturo nel tempo, una reciprocità fatta di favori in cambio di voti.
Il gip scrive: “ Magliocca è da anni asservito ai desiderata del clan camorristico di Pignataro, sodalizio criminale agguerritissimo, resosi protagonista di delitti efferati, la cui pericolosità resiste agli interventi giudiziari e grazie al quale il Magliocca ha potuto vincere ripetute competizioni elettoraliâ€. In particolare il riferimento è alle consultazioni del 2002 e alle ultime comunali del 2006. Magliocca, secondo le indagini, avrebbe ottenuto l’appoggio nel 2002 del defunto boss Lello Lubrano, ammazzato in un agguato di camorra, che lo avrebbe sponsorizzato e successivamente di Pietro Ligato, considerato il reggente della cosca padrona di Pignataro, attualmente in carcere al 41 bis. In cambio, Magliocca provvedeva a chiudere gli occhi sulla gestione dei beni confiscati, il riferimento è a una villa bunker sequestrata e successivamente vandalizzata, e “consentendo – scrive in una nota la Procura di Napoli - che gli stessi camorristi ed i propri nuclei familiari continuassero a gestire e godere de facto dei redditi relativi a detti beniâ€.
Una piega dell’inchiesta riguarda anche responsabili di associazioni no-profit a cui il comune di Pignataro ha affidato alcuni terreni confiscati e che, secondo le indagini, avrebbero percepito i profitti derivanti dalla coltivazione senza investirli in progetti finalizzati a scopi sociali. Magliocca, già sotto processo per corruzione in un’altra vicenda, ha sempre difeso la sua condotta, rivendicato la sua battaglia anticamorra e querelato chiunque osasse adombrare dubbi sul suo operato, compresi i parlamentari di opposizione che più volte hanno chiesto accertamenti su quel comune. Un comune, già sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2000, che ora rischia un nuovo azzeramento per mafia
Di IL FATTO
(inviato il 11/03/2011 @ 15:56:52)
Di avanti popolo
(inviato il 11/03/2011 @ 16:03:35)
in questi casi però la legge prevede la sospensione dalla carica. La decide il Governo e la applica il prefetto. C’è un elenco di reati, tra cui la concussione, che prevede la sospensione dalla carica dei sindaci, assessori e consiglieri comunali e provinciali anche in caso di condanna non definitiva. Sospensione, non rimozione.
Di lello
(inviato il 11/03/2011 @ 16:07:32)
“Core ‘e mamma…â€. Maroni batti un colpo: sulla tua testa vuota però!
Di serse
(inviato il 11/03/2011 @ 16:12:40)
Dal Fatto Caro Sodano tu ancora aspetti un segnale da un ministro di questo governo? Un governo dove ci sono Ministri come Angelino Alfano che quando gli chiedono di Dell'Utri-condannato a 7 anni per mafia- risponde:"Noi lo consideriamo da sempre colto,sensibile,innocente".Un messaggio questo veramente devastante per la società civile. Un messaggio che "autorizza" il sindaco di Brusciano a restare al suo posto ed il prefetto a non pronunciare parola. Marcotullio ... Adda passà a nuttata...
Di ilnolano
(inviato il 11/03/2011 @ 19:20:21)
art.57,solo se la concussione è consumata c è la sospensione!!!
Di Anonimo
(inviato il 11/03/2011 @ 22:21:11)
BRUSCIANO - I carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna hanno arrestato 3 persone destinatarie di ordinanza di custodia cautelare in carcere per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale e contraffazione di impronte di pubblica certificazione emessa dal GIP di Nola.
Durante indagini coordinate dalla Procura di Nola dai primi mesi del 2009 fino al 2010, i militari dell’Arma hanno scoperto che i 3 avevano curato l’inoltro all’Ufficio Invalidi Civili di Brusciano di documenti amministrativi falsificati prodromici al riconoscimento della pensione di invalidità civile a favore di 12 persone (senza alcuna patologia invalidante) attività che si è poi concretizzata con il pagamento della pensione di invalidità e delle conseguenti provvidenze ai falsi invalidi, che hanno corrisposto ai 3 soggetti arrestati circa 30.000 euro di arretrati.
Di chat
(inviato il 15/03/2011 @ 09:31:20)
Warning: causa attacco spammer i commenti sono momentaneamente moderati. Non ti stupire se non lo vedrai subito pubblicato! CoComment Support Abilitato!!! DisclaimerL'indirizzo IP del mittente viene registrato, in ogni caso si raccomanda la buona educazione.
|